Cani, falchi, tigri e trafficanti by Ermanno Giudici Paola D'Amico & Paola D’Amico

Cani, falchi, tigri e trafficanti by Ermanno Giudici Paola D'Amico & Paola D’Amico

autore:Ermanno Giudici, Paola D'Amico & Paola D’Amico
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2020-06-09T12:00:00+00:00


La difficile vita dei pet

IL rapporto Assalco (Associazione nazionale Imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) per il 2020, realizzato con Zoomark, la più importante fiera di settore italiana, traccia un quadro completo sulla presenza di animali da compagnia, o pet, nelle case degli italiani. Fornendo numeri che fanno riflettere: in Italia, secondo lo studio, ci sono ben 60 milioni e 300.000 animali (arrotondati per difetto), e di questi soltanto poco più di 14 milioni sono cani e gatti, gli animali ritenuti domestici per eccellenza, mentre altri 46 milioni sono esseri viventi appartenenti a una moltitudine di generi e specie che nelle nostre case probabilmente non dovrebbero stare. Per motivazioni legate alla possibilità di vivere in modo dignitoso, in condizioni di benessere almeno accettabili che quasi mai la cattività domestica è in grado di consentire, non potendo replicare nemmeno lontanamente gli ambienti in cui questi animali dovrebbero vivere.

Spendiamo più di 2 miliardi di euro in cibo per cani e gatti e 13 milioni e mezzo per gli altri animali, che anche quantitativamente hanno consumi inferiori. Il mercato degli accessori vale oltre 71 milioni, una cifra equivalente a quella spesa soltanto per le lettiere dei gatti. Un giro d’affari che non può non ingolosire.

Per quanto riguarda la presenza nelle nostre case, la parte preponderante è costituita dai pesci, stimati in circa 30 milioni di esemplari, seguiti da quasi 13 milioni di uccelli, 2 milioni di piccoli mammiferi e 1,4 milioni di rettili. I numeri, rimasti sostanzialmente stabili negli ultimi quattro anni, rendono l’idea sia del nostro bisogno di condividere la vita con gli animali sia di quanti possano essere quelli costretti a vivere in condizioni di mancato benessere nelle case private, con un gradiente che può andare dal disagio al vero e proprio maltrattamento. Una situazione che, dietro le mura domestiche, è difficilmente verificabile ed è oggetto di minori attenzioni di quanto avvenga per cani e gatti, che sono al vertice delle classifiche di gradimento dell’opinione pubblica. Ma gli animali sono in libera vendita e le uniche «tutele» riguardano il pericolo di estinzione o uno status giuridico, come per la fauna italiana, che prevede un generalizzato divieto di detenzione. Non ci sono esami, non sono richieste conoscenze di base, non serve esperienza e nemmeno avere un’idea, anche sommaria, delle loro necessità. Si può presumere che la maggioranza di chi decide di avere un animale non convenzionale compia una scelta legata principalmente a questioni estetiche o a caratteristiche peculiari, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli: canta bene, ha molti colori, può parlare. Quasi mai le scelte prendono in considerazione le esigenze degli animali con i quali decidiamo di vivere; nemmeno quelle più evidenti come il volo degli uccelli, un comportamento, anzi una necessità nota a tutti.

Se si chiede a un bambino di pochi anni che cosa fa un uccello, la risposta istintiva sarà: «Vola». Eppure gli uomini li tengono rinchiusi in gabbie di varie dimensioni e fogge, credendo che il rapporto, quando c’è effettivamente, possa sostituire l’istinto, il comportamento innato, il bisogno etologico specie-specifico.



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